31 Dicembre 2030

Ci stiamo preparando a salutare questo decennio, stasera saremo tutti in famiglia ad assaporare il gusto degli affetti cari, ci riverseremo poi nelle piazze delle nostre città, dei nostri paesi, per festeggiare e brindare al nuovo anno, insieme, perché abbiamo imparato che solo se si sta uniti, se si fa comunità, possiamo affrontare meglio il futuro.
Un pensiero si perde però a 10 anni fa. A quell’anno terribile, il 2020, dove la pandemia da Covid19 cambiò le nostre vite, destabilizzandole dal versante economico, sociale e psicologico. Ricordo ancora l’ansia, le notti insonni che accompagnavano le nostre già fragili vite. 
La paura dell’altro e il volto coperto dalla mascherina che nascondeva amarezza e sorrisi,  le file ai supermercati, dal medico e talvolta anche all’edicola.
Ma poi abbiamo imparato a gestirla e siamo riusciti a trasformare l’epidemia in opportunità.
Abbiamo capito che la sanità e l’istruzione dovevano avere un ruolo preminente nelle decisioni di governo. E abbiamo rafforzato il sistema sanitario, la medicina territoriale, assunto giovani medici e infermieri e persino tolto il numero chiuso a medicina, sono stati stanziati soldi alla ricerca, che in così poco tempo era riuscita a trovare un vaccino per sconfiggere il male, e in seguito quei maggiori fondi e il poter utilizzare  tecnologie sempre più all’avanguardia , hanno contribuito a  trovare nuovi farmaci per sconfiggere gravi malattie.
Alla scuola, poi, è stato dato il giusto riconoscimento di funzione pedagogica e formativa per costruire solide basi di futuro e avere classi dirigenti preparate. Sono stati  aggiornati i programmi scolastici, che erano ancora un pò legati a vecchi schemi. Oggi i ragazzi studiano anche robotica, storia e letteratura contemporanea e persino comunicazione, si perché occorreva dare un indirizzo anche per l’utilizzo dei social! E’ stata anche introdotta la Dad nei programmi, viene utilizzata da ogni scuola nei tempi e nei modi più consoni ai ragazzi e ai docenti e soprattutto viene utilizzata per fare incontrare i ragazzi di diverse nazioni. Sapeste che bellezza vederli tutti in video , parlare un’unica lingua e progettare le loro vite, le loro città. Parlano anche di viaggi e culture dei propri paesi. Si si, la scuola è diventata un importante baluardo di cultura e di libertà nel nostro paese.
Ah, anche lo smart working è ora parte integrante dei contatti collettivi nazionali. I sindacati sono riusciti a contrattarlo e normarlo. E’ diventato uno strumento importante per consentire anche minori spostamenti e costi per riunioni nazionali e all’estero e per coniugare meglio i tempi di lavoro e i tempi di vita. L’orario di lavoro settimanale poi è stato ridotto, perché abbiamo diritto a viverle le nostre vite. Troppo morti ha lasciato l’epidemia e per noi il concetto stesso di vita ha assunto un valore diverso, più forte.
La pandemia ha causato fratture enormi nel mondo del lavoro, ma un pò alla volta stiamo risalendo la china, perché finalmente  il lavoro è stato messo al centro delle politiche di governo, perché abbiamo finalmente compreso che mettere al centro le persone, dare dignità al lavoro, serve a creare sviluppo, e nuova e sana economia. 
L’innovazione digitale accompagna tutta la nostra economia, anche il settore del turismo e della cultura che quell’anno avevano avuto un tracollo esagerato, ora utilizzano nuovi strumenti digitali per promuovere luoghi e spettacoli…e perché sai com’è, non si sa mai, meglio prepararsi a ogni eventualità e non restare scoperti. 
E poi abbiamo capito che dovevamo sconfiggere il virus più pericoloso, l’uomo stesso.  I nubifragi le frane,, le tormente e i venti impazziti di quell’anno, ma anche di quelli precedenti, ci hanno fatto capire che stavamo distruggendo il pianeta terra e che non ci sarebbero stati mondi multilivello ad attenderci. Dovevamo fare qualcosa e farlo presto. E così tutte le nazioni del mondo hanno convenuto che dovevamo cambiare il nostro atteggiamento e hanno adottato misure per contenere l’inquinamento dell’aria e dei mari, hanno stanziato fondi per piantare alberi e creare città giardino, hanno incentivato l’uso dei mezzi di trasporto e minore utilizzo delle auto, anche se ora quelle a emissione  0 sono la maggioranza. Insomma sembra che ce la possiamo fare a salvarlo il nostro pianeta.
Certo questi 10 anni non sono stati semplici, nuove angosce e incertezze ci hanno colpito, ma noi siamo state più forti e resilienti e abbiamo saputo combatterle insieme. A proposito, ora che ci approcciamo a salutare questo decennio mi piace ricordare che a ricoprire le cariche più importanti del nostro paese, Presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio, ci sono due donne meravigliose.